Oltre i partiti, dentro i territori: il civismo toscano lancia un coordinamento regionale con Del Ghingaro garante. E parla di politica, prima di candidature.
Qualcosa scricchiola nella Toscana Felix, un tempo Regione “incontendibile” al centrosinistra, che già la scorsa tornata elettorale aveva infranto il muro rosso del voto incoronando Giani Presidente, con un fragile 8,16% di differenza sul centrodestra e un astensionismo al 40%.
É il mondo del civismo a muoversi: quell’universo variegato di liste civiche indipendenti che sabato scorso si è riunito a Firenze in un convegno dal titolo evocativo: “L’Altra Toscana”. Un laboratorio identitario e programmatico in via di definizione, con alle spalle già due partecipati incontri a San Giovanni Valdarno e Viareggio. Protagoniste le tante liste civiche che nei rispettivi Comuni sono state capaci di attrarre consenso oltre gli steccati dei partiti e ora cercano di incarnare un nuovo paradigma politico, oltre i confini comunali.
“Affrontiamo la sfida politica da civici liberi – dice Giorgio Del Ghingaro, Sindaco di Viareggio, incoronato garante del nascente coordinamento regionale dei civici toscani. “Abbiamo raccolto le liste civiche ‘vere’. Movimenti che sono stati capaci di incidere sui propri territori e ora si propongono per un coordinamento regionale perchè la rappresentanza civica è il cuore della democrazia a livello locale”.
Del resto “In una società contrassegnata da relatività, complessità e velocità, dove i partiti sono ridotti a mere strutture elettorali, in scarsa interlocuzione con l’infrastruttura sociale, produttiva e culturale dei territori, è necessario costruire la prospettiva di un nuovo agire politico”, per dirla con Giampaolo Sodano (direttore de ‘Il Mondo Nuovo’, in esecutivo nazionale nella Federazione dei Civici Europei), tra i relatori: “Una politica che miri a riportare umanità e convivialità nelle nostre esistenze, per sviluppare autonomia, responsabilità, libertà, equità sociale. Quella che si prospetta è una chiamata a raccolta di quanti, capaci di coniugare cultura e creatività, tradizione e innovazione, rappresentano l’avanguardia di quella grande comunità che è il ‘popolo’.”.
Il civismo oggi raccoglie il consenso di chi non vede più un’offerta politica che corrisponde alla sua domanda. “La vera politica sta qui: nell’attività delle nostre liste civiche. Del resto negli ultimi 15 anni la compressione della democrazia è passata attraverso la costruzione di sistemi elettorali sempre più elitari e nella rinuncia a una visione politica capace di dar forma al futuro. Il civismo è l’unica risposta per chi, nei territori, ci chiede servizi, sicurezza, infrastrutture ma anche un nuovo modo di vivere assieme in comunità attraversate da problematiche complesse dove manca quella visione a lungo termine che è la base per fare scelte in materia di ambiente, economia, socialità. Temi che denunciano un grande bisogno di politica.”, fa eco nel suo intervento Francesco Carbini, tra i promotori del coordinamento.
Se negli ultimi anni il civismo si è messo a fare ciò che i partiti non possono e non vogliono più fare, ora c’è bisogno di un passaggio in più, che emerge chiaramente nell’intervento del Prof. Stefano Rolando, docente di Comunicazione Pubblica e Politica, da sempre attento al fenomeno del civismo: “garantire lo storico nesso pensiero e azione”, andando oltre quel giardinetto ben delineato di compiti volti alla mera gestione dell’esistente e così “fare proprio il senso valoriale della politica rispetto al cui abbandono si è formato un abnorme fenomeno di rinuncia alla partecipazione.” La questione diventa la ricerca di una identità che coniughi l’attenzione alle esigenze delle comunità con uno sguardo ben attento alle grandi sfide che l’Italia e l’Europa sono chiamate ad affrontare in questo momento storico. In breve: la risposta politica all’assenza di politica, in un contesto sovranazionale in cui l’Europa stessa dovrà far fronte prima o poi al confronto con le identità territoriali, luoghi primari dove si realizza la fusione tra locale e globale.
In Toscana sembra dunque esserci un magma in movimento, consapevole dell’incredibile opportunità di riempire il vuoto lasciato in dote dai partiti che, dopo aver lasciato i territori sguarniti di sedi, militanti, idee, sembrano sempre più arroccarsi sulle proprie torri d’avorio. “Il civismo è oggi l’unica vera alternativa democratica: le liste civiche sono l’ultimo argine al crescente astensionismo e l’unica forza politica radicata e rappresentativa. – dichiara Andrea Poggianti, alla testa di un gruppo di civiche a Empoli – Tutto parte dal merito: quello vero, non quello dei curricula gonfiati dei portaborse promossi in Parlamento”.
Mentre il Governo Meloni riflette sull’estendere a tutti i Comuni sopra i 15mila abitanti la stessa legge elettorale Toscana, approvata dal Partito Democratico, che ha abolito il ballottaggio laddove uno dei candidati ottiene il 40% dei voti, i civici toscani provano per la prima volta a trovare una sintesi. E parlano di politica, prima di parlare di persone e programmi.
“C’è una larghissima fetta di toscani che non ha voglia di rassegnarsi a un centrosinistra dato per vincente ma arido di progettualità e a un centrodestra impegnato più a litigare che a fornire alternative. Alle ultime elezioni comunali decine di migliaia di toscani hanno scelto movimenti civici che nei territori parlano una lingua che manca da troppo tempo. Questa è la nostra forza e questa è la nostra missione: essere l’alternativa, l’altra Toscana” nelle parole di Giovanni Bellosi, tra i promotori del coordinamento. Insomma il civismo oggi deve porsi come interlocutore privilegiato di un universo che chiede a gran voce comunità, attenzione al locale, rappresentanza e, soprattutto, politica.
Un coordinamento che ambisce ad essere – nelle parole di Del Ghingaro – non più strumento dei partiti per colonizzare territori dove le bandiere sono cadute, né esperienza effimera relegata a qualche borgo remoto: “Il civismo spesso viene sminuito a stampella dei vari schieramenti politici: la verità è che con un coordinamento adeguato potrebbe essere voce autonoma e, soprattutto, indipendente. Oggi abbiamo annunciato il coordinamento, valuteremo il prossimo passo. É certo che se dovessimo decidere di candidarci [alle elezioni regionali n.d.a.] non saremo disponibili a fare apparentamenti”.
Se di questo ultimo incontro resterà un laboratorio ideale destinato a lasciare una traccia politicamente modesta o se, al contrario, il civismo toscano sarà capace di presentarsi con una propria identità politica alternativa alla prossima scadenza elettorale, questo solo il tempo saprà dirlo. La volontà pare esserci; il candidato in pectore, pure.
di Carlotta Andrea Buracchi Bresciani
L’articolo originale è stato pubblicato su “Il Riformista” di giovedì 10 Aprile 2025
